Facciamoci trovare pronti!

Riadattare le strategie imprenditoriali per continuare a fortificare l’anima delle imprese in questo nuovo mondo per essere sempre competitivi. Questo il compito delle imprese, visto il periodo storico che stiamo vivendo, che ci ha obbligati ad evolverci e ad accelerare il processo tecnologico dei processi organizzativi e a ridurre ancora di più la distanza delle aziende e dei cittadini dalla tecnologia. Ed è successo in poco tempo. Secondo alcune testimonianze, l’accelerazione sta avendo decisamente risvolti positivi, evidenziando come il cittadino e l’intera società abbia saputo rispondere a questo cambiamento.

Purtroppo, solo alcune città italiane sono riuscite ad adattarsi rispetto ad altre. Secondo un’indagine realizzata da Fpa, società del gruppo Digital 360, gli indicatori utilizzati hanno fatto emergere un aspetto fondamentale e cioè che “le città sono a buon punto in relazione alla digitalizzazione delle attività amministrative e sul rapporto con i cittadini, nonostante abbiano disparità tra i territori”. Il problema sta nella diffusione della cultura digitale all’interno delle amministrazioni e tra i cittadini. Invece, per quel che riguarda le progettualità relative all’interconnessione delle reti intelligenti nelle città, si è ancora all’inizio, poiché non ne si comprende l’opportunità e lo stesso utilizzo. E così, secondo l’indagine, nasce una classifica delle aree geografiche in merito alla presenza dei servizi digitali: forti al nord, macchia di leopardo al sud. Vediamo cosa è emerso dall’indagine della Fpa: Firenze risulta la città capoluogo in testa, seguita da Bologna, Milano, Roma, Modena, Bergamo, Torino, Trento, Cagliari e Venezia. Un rapporto sulle città intelligenti e sostenibili che ne vede alcune in uno stato già avanzato e altre che hanno saputo tenere il passo e altre ancora che tentano di fare passi in avanti. In ogni caso si tratta di una situazione generalmente ottimistica e che molto probabilmente ha caricato di adrenalina alcune città che erano ferme e che dovrebbero puntare sulle risorse disponibili nel Recovery Fund per adottare nuovi sistemi di tecnologia. Comunque, di fatto, sono cambiati i nostri stili di vita in questo periodo storico, dove la pandemia ci ha resi vulnerabili, quando pensavamo di non esserlo.
Ha sviluppato molti dubbi e, a dirla seguendo i testi dello spot realizzato dal regista Tornatore per la campagna di comunicazione, indetta dal Ministero a favore dell’utilizzo dei vaccini, “ i dubbi servono”. In effetti, si sono modificate diverse modalità che si riteneva fossero dei punti stabili e di riferimento, come quelle adottate anche per organizzare gli eventi, strumento di comunicazione essenziale in ogni tipologia di settore. Tant’è che n’è nata una forma ibrida che vede il digitale e il fisico operare in un tentato equilibrio di comunicazione, aprendo scenari alquanto nuovi. Si è dato vita ad una nuova espressione “in presenza”, modalità che ci si augura si possa tornare ad adottare senza che venga confusa con l’assembramento. Ma quali sono stati, intanto, i vantaggi? Secondo alcuni dati incrociati di test indirizzati ad imprenditori e realizzati attraverso interviste, sarebbero aumentati gli abbonamenti a servizi di diverse tipologie online, sarebbe aumentata la domanda di contenuto degli stessi eventi e la qualità del servizio sembra essere un elemento “scontato”. Con le restrizioni Anti-Covid, gli organizzatori di eventi hanno visto la loro formula di business annullata da un giorno all’altro senza poter intervenire in nessun modo: hanno immediatamente potenziato
la ricerca in merito al digitale, al virtuale, cercando una modalità in grado di far interagire le due forme con continuità. Così, come si è visto incrementare il numero delle visite virtuali nei musei, i collegamenti sulle piattaforme, diventando esse stesse l’unica possibilità per poter continuare a fare business: alcune sono state adattate come palchi su cui smuovere emozioni, informazioni e tutto questo ha portato, in ogni caso, ad un passo in più verso una crescita professionale e personale. Si spera, ovviamente, al più presto, di tornare a organizzare eventi, congressi in presenza, ma nel reinventarsi molte imprese hanno scoperto che la digitalizzazione non fa parte più solo di un futuro prossimo, ma di realtà e attualità. Una cosa è certa: penalizzata è l’area esperienziale di qualsiasi evento, ma ci sono i vantaggi, proiettati al risparmio economico e all’efficienza oltre che alla velocità di trasmissione dei contenuti. Dunque, proiettiamoci verso un nuovo mondo, augurandoci di tornare a fare pubbliche relazioni stringendoci la mano, usando la comunicazione non verbale, con sorrisi e sguardi senza mascherina, magari apprezzando ancor di più quegli “standard” del recente passato e cercando di farli convivere alla nuova tecnologia acquisita. E volendo citare un’ espressione di Marshall McLuhan “ Quando ci ritroviamo di fronte a qualcosa di nuovo, guarderemo istintivamente ad esso attraverso vecchi stereotipi. In questo modo, tentiamo semplicemente di adattare i vecchi modelli alla nuova forma, invece di chiederci come questa nuova modalità andrà a influenzare tutte le ipotesi formulate prima del suo avvento”.

Alessandra Lofino

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